SAN MASSIMO DI TORINO








San Massimo  (venerato nell'Occidente cristiano come Padre della Chiesa) è il primo vescovo di Torino di cui si conosca il nome. Le notizie sulla sua vita sono scarse e incerte. Una fonte storica primaria è il Catalogo degli uomini illustri del presbitero Gennadio, che menziona che Massimo morì (moruit) attorno al 423. Altre fonti menzionano un la presenza di un "Maximus episcopus Taurinensis", firmatario a due concili locali (a Milano nel 451 e a Roma nel 465). Alcuni storici ne hanno dedotto l'esistenza di due vescovi di Torino dallo stesso nome. Altri tendono a vedere un errore nella testimonianza di Gennadio, e ritengono di leggere nel testo originale che Massimo fiorì (floruit) attorno al 423. Accettando le parole di Gennadio e la datazione anteriore, si può supporre che Massimo (o in ogni caso il primo vescovo con questo nome) abbia convocato il Concilio di Torino nell'anno 398.

A San Massimo è attribuita una notevole produzione letteraria di omelie (la prima edizione critica fu stesa a Roma nel 1784): alcune di queste omelie sono di dubbia attribuzione, ma si considera come sicuramente suo più di un centinaio di omelie e sermoni.  Questi scritti sono di stile efficace e avvincente, e di grande interesse dal punto di vista storico (per il quadro di vita dell'Italia settentrionale nel sec. V) e teologico (per gli spunti dottrinali di ecclesiologia, cristologia, venerazione di santi e reliquie, prassi battesimale e così via). Le omelie rivelano la profonda dedizione di questo pastore per il bene del suo popolo.

Il culto di San Massimo è sempre stato vivo a Torino (anche se non sempre con alta intensità), e la sua memoria è legata alle più antiche chiese e luoghi di culto della città. Secondo la tradizione locale le sue reliquie furono nascoste, per sottrarle alle invasioni barbariche (o forse per proteggerle dagli iconoclasti, attivi a Torino agli inizi del IX secolo); alcuni piccoli frammenti di reliquie a lui attribuite sono stati scoperti nel XVII secolo.

La festa di San Massimo è il 25 Giugno (7 Luglio del calendario civile), giorno successivo alla Natività di San Giovanni Battista, per cui San Massimo aveva una particolare venerazione, e che elesse santo patrono di Torino.
 
 
 

DAI SERMONI DI SAN MASSIMO DI TORINO

A tutti risulta palese come noi predichiamo volentieri e come adempiamo con gioia il servizio divino; eppure quando constatiamo che tra i fratelli parecchi si recano in Chiesa con indolenza e non si curano di partecipare per nulla ai misteri celesti soprattutto di domenica, allora predichiamo malvolentieri, e non già perché ci spiaccia parlare, ma perché la nostra predicazione non emenda, ma piuttosto rende più colpevoli i più negligenti.
Per questo parliamo malvolentieri, e tuttavia non possiamo tacere. Infatti la nostra predicazione tra il popolo produce o la beatitudine o il castigo; la beatitudine ai credenti, il castigo aglii increduli.
In realtà ogni fratello che non prende parte ai misteri domenicali, dinanzi a Dio appare come un disertore dei divini accampamenti. Infatti come può giustificarsi chi nel giorno dei sacramenti, preparandosi un pranzo in casa propria, non si cura del pranzo celeste e preoccupandosi del ventre trascura la medicina della sua anima?

(Sermone 23 secondo l'edizione critica)
 

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